Household - Il mistero di Valcava

 


Household : Il mistero di Valcava

Household è stato una gran bella scoperta, un gioco di ruolo tutto italiano dei two Little Mice che è salito a buon diritto sul podio dei miei preferiti, soprattutto grazie all'ambientazione davvero accattivante e curata, ma anche alla semplicità, alla versatilità e alle favolose illustrazioni di Daniela Giubellini. In breve, si tratta di un GDR in cui le figure e le autorità narrative dell’arbitro e dei giocatori  sono diversificate tra loro e ben definite. Il gruppo impersona una compagnia di Omini, ovvero i minuscoli esseri (simili ai folletti del folklore ) che hanno colonizzato la Casa, una villa abbandonata dal suo fantomatico Padrone umano e dalla sua famiglia. In più esiste l’eventuale ulteriore lettura possibile del gruppo come riunione di storici della Casa, che riportano le vicende di alcuni Omini degni di nota (i personaggi giocanti) e di come le loro azioni abbiano avuto ripercussioni sulla storia. Ritornando alla versatilità, gli omini hanno creato nazioni, combattuto guerre, addomesticato piccoli animali, costruito città, compiuto scoperte tecnico-scientifiche, svaligiato banche…. Insomma, hanno fatto tutto ciò che fanno (in scala più grande ) gli esseri umani. Grazie a queste premesse il gioco si presta molto bene a parecchi generi di vicende , dall’investigativo passando per le avventure rocambolesche di cappa e spada per arrivare all’esplorazione e alle saghe criminali.

In breve , un gioco da provare, anche se devo ammettere che il mio giudizio è influenzato dall'esperienza molto positiva che sto vivendo con il mio ottimo gruppo, sia da giocatore che da arbitro. Qui cercherò di raccontare le avventure di Nadèje, la mia Fata duellante, che ho la fortuna di poter giocare grazie a una Storiografa d’eccezione e a uno splendido gruppo.


l mistero di Valcava, di Nadèje Eminonu De Morangiasse, parte I

Quando ho ricevuto la notizia della morte del mio amico Jonathan Archer sono rimasta sconvolta; sacré plafond! Non ci potevo credere… di primo acchito non ho provato niente, non mi vergogno a dirlo, tanto il pensiero che Jon non ci fosse più mi era estraneo. Il dolore è arrivato dopo, quando sono riuscita a realizzare compiutamente quanto è successo, visto anche il contenuto della sua lettera, insieme alla rabbia, date le circostanze della sua scomparsa.

Ci siamo trovati a Faeryev, sul Davanzale, per celebrare il suo ritorno alle stelle, com’è costume del nostro popolo, affidando al vento un’urna contenente le sue ceneri, da cui è stato fatto germogliare un soffione di Tarassaco. Il soffione viene liberato nel vento fuori dalla Grande Finestra, per simboleggiare il ricongiungimento di noi Fae con le stelle a cui siamo legati. Lì ho trovato Gustav, (un altro amico e compagno di Jon e me all’accademia di scherma di Mont Guignol sul Pianoforte) combattente dall’abilità e ferocia rare, ma omino fidatissimo a cui sono molto legata, insieme a Nero, un Boggart dall’aria navigata. Credo che si tratti di un ex gendarme che svolge indagini private, con cui i miei amici collaboravano saltuariamente in faccende poco chiare.

In questa triste occasione ho anche conosciuto Selenya, la sorella di Jon, Ora capisco perché il nostro amico non l’ha mai presentata a Gustav e me… il pensiero riesce a strapparmi un sorriso.. è bellissima, di un’avvenenza aggraziata e luminosa! In più è una ragazza dai molti talenti, (in questo io e lei siamo molto simili) non per niente l’abbiamo sentita cantare in onore della memoria di Jon e alleva anche bombi domestici. Infatti in quell’occasione era accompagnata da due rari esemplari dal pelo argenteo oltre che da Marielle, un’altra Boggart apparentemente piuttosto in gamba, sempre seguita da un simpatico geco dalle squame rossicce. Alla cerimonia era presente un Fae locale, Monsieur Marygold, che aveva reclutato Jon, e da lui abbiamo saputo (dopo che Gustav glielo ha chiesto in maniera convincente) che il mio amico stava facendo da scorta a una carovana che trasportava calcare da costruzione. Abbiamo espresso la volontà di andare a investigare sui fatti e siamo stati ingaggiati anche noi da Marygold, che ci ha forniti di alcuni Crì per le spese e di qualche oggetto utile, come una cappa da duello per me.


Arrivati nelle vicinanze del territorio di Valcava, che ci ha stupito per il buio che vi regna (non sembra prprio di essere nella luminosa Sala da Pranzo! ) abbiamo interrogato le guardie di confine, che hanno riferito di aver visto una grande donna con i capelli verdi, che portava in braccio Jon ormai esanime, e ha posato con dolcezza il suo corpo vicino al confine della valle.  Parlando con il medico legale, un Ondino, abbiamo potuto esaminare il corpo, notando che era stato dissanguato. Ho pensato subito a una delle zanzare che si dice infestino quel buio angolo del reame, ma sono stato contraddetto dal dottore: i segni sul suo corpo sono troppo piccoli per essere attribuibili a una bestia simile. Ma allora cosa li ha prodotti? Ci è stato anche detto che un’altra delle guardie della carovana, una Fata, è stata molto sprezzante con il medico, gli ha addirittura ordinato di portarle un tè di muffa… e sembrava seria. Dopodiché siamo partiti per Valcava risalendo in carrozza il sentiero verso il castello del Conte, ma improvvisamente sentiamo un sobbalzo: una ruota del nostro mezzo di trasporto si è rotta a causa di una buca. Ci insospettiamo… Jon ha raccontato la stessa cosa nelle sue lettere! Inoltre la ruota non si è rotta un po’ troppo facilmente. Come se non bastasse è spuntato dalla nebbia uno strano Fae vestito di porpora, con lo sguardo fisso (e una parlata molto… come dire.. meccanica? ) che, presentandosi come una delle Guardie Nere del Conte, ci ha invitati a seguirlo al castello dove saremmo stati ospitati. Nessuno di noi era convinto della faccenda, ma abbiamo accettato per capire cosa sia successo davvero, così, stando bene in guardia, ci siamo diretti al maniero del Voivoda. Giunti al castello, appollaiato su una struttura di impalcature come un ragno appostato sulla tela, siamo stati accolti da vari omini di servizio che ci hanno scortato in presenza del Conte Zlad, un Fae pallidissimo, abbigliato all’antica, piuttosto avvenente e ben più giovane di quello che immaginavo. Ho notato che i miei compagni sbirciavano le ali nascoste sotto al mantello, io stessa ho colto per un attimo un colore sanguigno rivelato dai movimenti della cappa. Il Voivoda Zlad ci ha invitato a rimanere per la cena e la notte: noi abbiamo accettato, anche se non mi fido di quest’omino, la lettera di Jon mi ha messa in guardia, ma potrebbe essere una buona occasione per capire quali sono le sue responsabilità nella morte del mio amico. Ho sfoderato il mio sorriso più seducente (che temo sia risultato assai freddo, poiché falso) e mi sono offerta di esibirmi nelle Mille Spire di Sepa, una danza dell’Orda imparata da mia madre, che è di Al Sehir, per ringraziarlo della sua ospitalità. Lui si è detto deliziato, visto che a suo dire è raro vedere testimonianze di una cultura lontana come quella della Cantina a Valcava... vedremo.




Siamo stati accompagnati nelle nostre stanze da una domestica Fae giovane e piuttosto attraente, ma estremamente fredda, poi ci siamo riuniti nella camera di Selenya per concordare un piano d'azione. Ho Proposto di scontrare un bicchiere di vino e macchiare Nero o Marielle durante la mia danza, per dargli modo di investigare in giro con la scusa di andarsi a ripulire. Intanto abbiamo perlustrato il posto alla ricerca di passaggi segreti o eventuali spioncini nascosti da cui il nostro amico poteva essere stato osservato, come dal suo sospetto espresso nelle lettere, non trovandone. Però l'investigatore Boggart ha dato lo stesso prova di grande abilità, rinvenendo una toppa con la stella nera, simbolo del Covo Schwarzstern, noto per essere frequentato da cacciatori Fae nazionalisti, nonché dallo stesso Jon, che vi si recava spesso per stanare eventuali Tristellati. All'improvviso ho sentito bussare alla porta della mia stanza, e uscita in corridoio ho incontrato la solita domestica, che mi ha consegnato uno splendido (anche se un po' vetusto) abito rosso adatto per danzare. Nonostante i miei modi gentili la Fata ha continuato a mostrarsi glaciale, così ho rinunciato al tentativo di scioglierla un po' per ottenere qualche informazione in più sulla situazione. Ho indossato il vestito (che mi stava proprio bene, anche a detta di Selenya) e ci siamo recati nella sala da pranzo. Ho portato la mia lancetta, con la scusa di aver cambiato idea sulla danza da proporre, essendomi decisa per la Danza dei Dodici Tagli, che si esegue con una lama. Il Voivoda Zlad ha espresso soddisfazione e mi ha detto che l'abito apparteneva alla sua defunta moglie. Prendiamo posto a tavola sotto l'occhio vigile di domestica, chef e cameriere: eravamo gli unici ospiti e secondo il Conte, i primi da molto tempo, anche se noi sapevamo bene che non era così.. il nostro anfitrione ha anche chiesto alla servitù dove si trovasse la sua adorata prima Governante, una certa Lorane, incontrando ancora gelo e risposte evasive da parte loro. Infine ci è stato servito un piatto di stufato di carne e funghi non meglio identificati, immerso in un sugo denso. I domestici hanno insistito perché il Voivoda mangiasse, e lo hanno guardato con disapprovazione quando ha parlato della moglie, degli ospiti e soprattutto della prima governante. Le nostre allevatrici hanno fatto annusare il cibo ai loro animali, che vi hanno avvertito qualcosa di strano. Ci siamo scambiati alcuni segni per comunicarci di non mangiare nulla, al ché Marielle si è rovesciata addosso apposta il piatto e poi è andata a cambiarsi. Nonostante la fame mi sono limitata a bere soltanto acqua, dicendo di voler stare leggera per poter danzare, e ho continuato a conversare con il Conte.

Cambiamento di piano en cours de route!

Vedendo che l'amica Boggart non tornava, mi sono alzata per iniziare a danzare e farle guadagnare tempo, ma in quel momento si è palesata con una faccia strana. Lei, Selenya e io ci siamo avvicinate con la scusa di consultarci, visto che loro due mi avrebbero accompagnato con flauto e canto. Marielle ci ha sussurrato in breve una storia incredibile:aveva appena incontrato la sua vera madre, ovvero Lorane, la prima governate del Conte, l'alta omina dai capelli verdi che era stata vista deporre il corpo di Jon sulla frontiera! Lorane inoltre le ha detto che i domestici in realtà sono Tristellati fuggiti a Valcava. Essi hanno drogato il Voivoda per ridurlo alla loro mercé, e addirittura trucidano chiunque arrivi al castello, approfittando della passione del Conte per gli ospiti! Il nostro amico Jon purtroppo ha incontrato la stessa sorte.

Maledetti Tristellati, mio padre li ha affrontati e battuti insieme al Marchese Tristan, a Mont Guignol sul Pianoforte; avrebbero ucciso me in quanto "mezzosangue"e mia madre in quanto Sluagh se non fossimo state a Faeryev per il compleanno di un parente!

Dopo esserci scambiati qualche altro segno rivelatore per avvertire tutti della situazione, ci esibiamo sotto lo sguardo vacuo del Voivoda e quello arcigno dei finti domestici. Inizio una danza lenta e languida come la canzone di Marielle e Selenya, ma all'aumentare di ritmo della musica, sfodero la lama che avevo affidato a Gustav e inzio la danza dei dodici tagli. Notiamo che il cuoco è sparito e la domestica Fae sussurra qualcosa all'orecchio del Voivoda. Ci scambiamo un'occhiata: è ora di agire.

A quel punto veniamo interrotte: lo chef rientra trascinando per i capelli verdi un'omina di alta statura, puntandole una pistola alla tempia. Justes étoiles, è sicuramente la madre di Marielle!

La Fata domestica impugna una punta di chiodo e cerca di aizzare il Conte contro di noi, ma Gustav la colpisce con un fendente, riuscendo però  solo a ferirla! Il geco di Marielle fa cadere l'arma al cuoco con un colpo di lingua e inizia una lotta senza esclusione di colpi, in cui i Tristellati attaccano per uccidere: il cameriere spara a Selenya, ferendola, (quel cafard!) io mi lancio su di lui e lo abbatto con uno sgualembrato alla gola, l'altro estrae uno spillo e si prepara a vendere cara la pelle. Ma il Conte è totalmente plagiato: emette un urlo acutissimo e dalla finestra entrano in volo due grosse zanzare! Ma il fatto più stupefacente non è questo,  né è rappresentato dai canini appuntiti  sfoderati dal Voivoda. È semmai vedere il nostro ospite rivelare un paio di ali dotate di meravigliosi disegni scarlatti, prerogativa di una Fata Imperiale! Ma la sorpresa dura poco: c'è da combattere : i bombi di Selenya affrontano le zanzare, scambiandosi punture ferocissime e infine ne hanno ragione, anche grazie alla loro padrona che recupera la pistola fatta cadere dal Tristellato e spara a una delle bestiacce. Mentre Nero, Gustav e io battiamo i Fae ancora in piedi, Marielle sbrocca e insieme a sua madre comincia al lottare col Conte, ma viene morsa al collo! Ecco cos'erano i segni sulla gola di Jon!

Mi alzo in volo e taglio un pesante tendaggio che faccio cadere sul Voivoda. Ancora qualche momento di dura lotta e grazie ai muscoli dei Boggart anche l'innaturalmente vigoroso ma impacchettato Zlad viene immobilizzato. Abbiamo poi appurato che il Voivoda era  una Fata Imperiale di nascita illegittima, che i Tristellati avevano plagiato, nella speranza di poterlo un giorno insediare sul trono come Zar fantoccio ai loro comandi. I finti domestici sono tutti rimasti uccisi nel combattimento e confesso di non essere molto dispiaciuta al riguardo..  Loro non avrebbero avuto nessuna pietà,  inoltre erano gli assassini del mio grande amico. 

Jon è stato vendicato ma il pensiero non mi rende certo felice: nulla, nella Casa e nei Domini Esterni potrà mai restituirmi il mio amico. Sicuramente però potrò continuare la sua opera, scovando gli assassini Tristellati che le forze del Reame non riescono a trovare...e come dice Gustav, pazienza se qualcuno di loro non si vedrà mai più..

Al nostro ritorno alla luce incontriamo un Fae dall'aspetto apparentemente assai comune, che ci offre di collaborare con la Gendarmeria del Reame, per quei casi che richiedono competenze non in possesso dei tipici agenti. Credo proprio che accetterò: Jon ne sarebbe orgoglioso. 





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