Passa ai contenuti principali

Loner Household Vol 2, Capitolo VI: Salvataggio nella neve

Loner Household Vol. 2

Capitolo VI – Gennaio 104 S.P.

Sessione uno: Salvataggio nella neve




Nadèje e Carlotta, durante l’inverno del 104 dalla scomparsa del Padrone, forse desiderose di un’altra avventura dopo un anno trascorso soprattutto dedicandosi all’arte – dopo la spedizione a Vascherdam e la sconfitta di Éloise Albret – decidono di partire per il giardino, dopo essersi preparate studiando un po’ i pericoli dei Domini Esterni.

Perché prendono questa decisione? 

Serve un piccolo antefatto:

Nadèje e Carlotta sono una coppia da molto tempo, ma nel Reame le relazioni tra persone dello stesso genere, pur non essendo vietate, sono spesso disapprovate. Non esistono leggi che le proibiscano, è vero, ma la disapprovazione sociale pesa come una condanna silenziosa.

Nei Liberi Domini del Primo Piano la situazione è diversa: lì la gente è più aperta, più incline ad accettare l’amore in tutte le sue forme. Tuttavia, anche in quei territori non è possibile sancire un matrimonio ufficiale. Nell’orda, invece, tutto dipende dalla tribù: alcune lo accettano, altre lo vietano, altre ancora lo guardano con diffidenza. Nel Focolare, poi, l’amore tra persone dello stesso genere è malvisto quasi ovunque: chi mostra troppo affetto in pubblico rischia persino una multa salata!


Le due ragazze scoprono, attraverso libri e voci, che forse in passato sono stati contratti matrimoni tra persone dello stesso genere sia nei liberi domini sia in alcune tribù dell’orda. Ciò nonostante, tutte le prove ufficiali di questi matrimoni sono andate perdute nell’incendio della biblioteca di Vascherdam.

Si dice però che un erudito, Sheamus O'Donnell, ne avesse fatto delle copie e si fosse poi trasferito nel “Giardino”, in un luogo non ben definito della Fontana. Anche una giurista dell’orda, Lale la Qadi — un’esperta di diritto matrimoniale che serviva il Khan Kubilai — potrebbe avere informazioni in merito, ma dopo la caduta del Khan si sarebbe anch’essa trasferita anche lei nel Giardino, più precisamente nel Canneto, nello Shogunato della Lama d’Argento.

Le due partono, dirette alla Fontana, che è territorio del Reame, uscendo dalla Casa,  attraversando il Portico e percorrendo la Strada Madre, però restano bloccate a Finistrada da una nevicata incredibilmente abbondante.
Non sembra proprio il caso di avventurarsi troppo.

Ma... Mentre sono davanti al caminetto in un’osteria di Finistrada, vengono a sapere che alcune fate civili si sono perse nella neve. Si tratta di due giovani, fratello e sorella: Marcel e Marine d’Amberville, che loro avevano già incontrato a Vascherdam l’anno prima, insieme a Noëlle Brisé, e che all’epoca avevano fornito loro alcune informazioni.

Questi due, molto imprudentemente, approfittando di una giornata di bel tempo, avevano deciso di fare un giro del giardino con una carrozza trainata da coleotteri volanti. Ma poi è arrivato il freddo, la neve li ha sorpresi, i coleotteri si sono mezzo congelati e sono caduti su un ramo di un alberello.
Loro si sono fatti male e ora non riescono più a volare via; anche i coleotteri non sono in buone condizioni. Bisognerebbe aiutarli.

Alcuni omini presenti nell’osteria cercano di organizzare una squadra di salvataggio, e anche Nadèje e Carlotta indossano i pastrani e si uniscono al gruppo.

Con loro ci sono un paio di Genomini, una Sluagh cornuta con un bombo nero (che indossa addirittura un giacchetto peloso per il freddo) dal cui accento capiscono che è penjiarese. È gentile, ma un po’ taciturna: si percepisce che non vuole parlare del suo passato, ma alle due sta bene così.
È presente anche un Barghest biondo, grande e grosso, con una barba bionda imponente, un certo Lachlan, che è stato il primo a proporre l’idea della squadra di salvataggio.

La ragazza con il bombo si chiama Ghita, e la sua bombetta si chiama Chaaya.

I due genomini sono un uomo e una donna:

  • l’uomo, Kaelan, non è più giovanissimo (una sessantina d’anni) ma è grande e robusto;

  • la donna, Tanisha, è molto carina, con occhi color ambra, un po’ da fata — forse ha sangue Fae nelle vene.

Tanisha ha con sé un grosso topo addestrato, di nome Kaisa, molto peloso, che potrebbe tornare utile.

Lachlan e gli altri portano anche parecchie corde. Alla fine, il gruppo parte.
C’è parecchia neve, ed è molto difficile muoversi.

Riusciranno a non attardarsi troppo e a destreggiarsi nella neve ghiacciata?
Tiro: dado chance 3, dado rischio 5.
No, non ci riescono.

Il gruppo, nonostante includa anche omini abituati a muoversi nella neve e tra le intemperie del giardino, incontra molte difficoltà. Si stancano parecchio e stanno perdendo tempo.
Dicono: “Qua bisogna allungare il passo…” ma sono stanchi.
→ Avranno svantaggio al prossimo tiro.

Vediamo: riusciranno a trovare una scorciatoia?
Tiro: dado chance 1. Dado rischio 1 e1!
Sì, ma... +1 al contatore dei colpi di scena.

Succede che trovano una specie di pozza ghiacciata: potrebbe essere pericoloso camminarci sopra per chi non vola, ma potrebbe anche far risparmiare molto tempo nella direzione giusta, evitando di girare intorno alle collinette di neve ghiacciata.

Solo Nadèje (e la bombetta di Ghita) possono volare.

Lachlan, che ha con sé dei rozzi pattini da ghiaccio, riesce a costruirne altri sul momento e propone di tentare il passaggio: “Con questi la strada si farà più veloce.”

Vediamo se il ghiaccio regge.
Tiro: 6 e 6.
Sì, ma... +1 al contatore dei colpi di scena.

Compare qualcuno o qualcosa. Più alto sarà il tiro, più grave la minaccia.
Tiro: 5.

Alla faccia del fungazzo! È uno scoiattolo affamato e incacchiato.

Nadèje, che vola, lo scorge in tempo: “Attenzione! Uno scoiattolo!”
Lei lo vede balzare giù da un cespuglio e avverte gli altri.

Vediamo come reagiscono. Nadèje tira con vantaggio, gli altri no.
Nadèje: dado chance 6, dado rischio 5.
Sì e: riesce anche ad aiutare Carlotta a mettersi in salvo.

Gli altri tirano normale: 4 e 4.
Sì, ma .. succede un colpo di scena.

Quale?
Arriva un gruppo di fate esterne – dei druidi – che assistono alla scena.

Nadèje stava già pensando di distrarre lo scoiattolo per permettere agli altri di fuggire.
Questi druidi saranno ben disposti o no? Potranno aiutare?

Lei tenta di spiegare: “Per favore, aiutateci a fuggire! Dobbiamo salvare delle persone intrappolate nella neve!”

Nadèje sa farsi valere con le persone, ma questi parlano Fae antico, e probabilmente non sono ben disposti verso le Fate della Casa.
Tira normale (potrei dare svantaggio, ma restiamo sul tiro normale).

Riuscirà a farsi aiutare dalle Fate del Seelie?
Dado chance 2, dado rischio 1 e 1.
Sì, ma...

Dicono: “Va bene, ma ci dovrai un favore.”

Una delle druidesse estrae una fialetta che emana un odore strano e la lancia vicino allo scoiattolo. La bestia tenta di afferrarla, ma lei vola via agile; lo scoiattolo fa una faccia schifata e scappa saltando sugli alberi. Evidentemente era un repellente per scoiattoli.

Le quattro fate si posano a terra. Sono tre donne e un uomo, vestiti con abiti caldi ma rozzi.
La loro capo, una fata alta con i capelli blu e un pastrano di lanuggine grigio perla, dice:

“Va bene, tappi. Vi abbiamo aiutato, ma ora dovrete fare qualcosa per noi.”

(Tappi è un termine quasi dispregiativo usato dagli abitanti del giardino per le fate della Casa: “tappati in casa”, non “bassi”.)

Carlotta risponde:

“Va bene, potremmo anche accettare, ma stiamo andando a salvare della gente in pericolo. Non possiamo fare entrambe le cose.”

Nadèje però dice:

“Non ma chère, ascoltami. Io sono l’unica tra noi che vola. Vado io con loro, vedo cosa vogliono e se riesco ad aiutarli. Voi intanto andate a salvare gli Amberville. Poi, se serve,vi raggiungerò: vi vedrò facilmente dall'alto.”

Carlotta è un po’ titubante, ma alla fine acconsente.
Nadèje chiede alla fata dai capelli blu cosa deve fare per sdebitarsi.

La fata si presenta: Cora, della corte dei Seelie.

Cora spiega:

“C’erano delle uova di falena rara che avevo trovato sotto le radici di un albero. Le avevo lasciate lì perché non sapevo se fossero ancora vitali, ma poi dei soldati imperiali le hanno prese. Vorrebbero venderle o chissà cosa. È un delitto, sono di una specie preziosa.
Io e i miei compagni non possiamo avvicinarci all’accampamento: sarebbe visto come un atto ostile, che violerebbe la tregua tra l'esercito del Reame e quello della Corte dei Seelie.
Ti chiediamo di andare dal loro comandante e di convincerli a consegnarti le uova.”

Nadèje riflette un attimo.

“Neanch’io sono favorevole alla guerra. Se questo può evitare altri problemi tra i nostri popoli, che in fin dei conti sono un popolo solo, lo farò.”

Cora le indica la direzione dell’accampamento.

Nadèje parte, svolazzando. Il cielo si rannuvola.
Ci saranno intemperie? Vediamo.

Tiro: dado chance 1, dado rischio 2.
No, ma... non nevica, però arriva una forte folata di vento che la spinge in vista delle sentinelle del campo.

L’accampamento è fatto di tende, montate su alcune foglie ripulite dalla neve, al riparo di una roccia e di una pigna.

“Alto là! Chi va là?”

Nadèje alza le mani:

“Mi chiamo Nadèje Éminonu de Morangiasse. Mio padre è il generale Bertrand de Morangiasse. Sono qui per studi naturalistici. Ho rinvenuto una cavità nel terreno con delle uova di falena non identificate, e le ho lasciate lì perché non sapevo come trattarle. Ora, seguendo le tracce, sono giunta fin qui.”

Dice che sono uova di una specie rara e velenosa, pericolose se maneggiate male.

Esce il sergente maggiore De Ville, un fae alto e magro, già brizzolato.

“Buongiorno, mademoiselle. Davvero velenose, dite? Di che specie?”
“Falena maggiore bicolore”, improvvisa Nadèje. “Rarissima. Bisogna maneggiarle con stoffa sulle mani e coprendosi bocca e naso.”

Riuscirà a convincerlo?
Tiro: dado chance 4, dado rischio 2.
Sì.

Il sergente si spaventa un po’: “Devo tutelare la salute dei miei uomini.”
La accompagna a una tenda dove c’è una cassetta con le uova bianche.

Nadèje, coprendosi con la cappa, raccoglie le uova:

“Ve le porto via subito. Au revoir, merci beaucoup!”

E vola via.

Torna da Cora e dagli altri Seelie, consegna le uova.
Cora la ringrazia e le dona una fialetta con un Elisir Anti-Congelamento:

“Serve in caso di ipotermia: strofinalo sul corpo, ti scalderà.”

Poi Nadèje si rimette in viaggio per ritrovare Carlotta e gli altri.
Ce la farà in tempo utile?

Tiro: dado chance 4, dado rischio 1.
Sì.

Li ritrova dall’alto, in tempo per vedere che hanno quasi raggiunto una zona di cespugli d’agrifoglio, parzialmente coperti di neve.
Su uno di questi cespugli c’è la carrozza sfasciata con i coleotteri ancora attaccati, illesi ma intrappolati.
Dentro, qualcuno si lamenta per il dolore.

Carlotta abbraccia Nadèje; il gruppo si organizza per il salvataggio.

Mandano Chaaya a portare una borraccia d’acqua e un pacchetto con cibo – fettine di fungo secco e mirtilli – agli Amberville, insieme a un biglietto: “Resistete, stiamo venendo a prendervi.”

Poi Nadèje vola per liberare i coleotteri dai finimenti, per evitare che si agitino e facciano cadere la carrozza.
Gli altri – soprattutto Ghita e Lachlan, che sono più bravi ad arrampicarsi – provano a raggiungere la carrozza, aiutati anche da Kaisa, il topo di Tanisha.

Riusciranno a coordinarsi bene?
Tiro: dado chance 1, dado rischio 2.
No, ma...

Vediamo come interpretarlo.

Chaaya vola su con l’acqua e il cibo; dalla carrozza si sente una voce flebile:

“Grazie...”

Almeno qualcuno è vivo.

Poi Nadèje vola per liberare i coleotteri, ma non è molto pratica. Gli insetti, già nervosi e mezzo congelati, si agitano per il suo ronzio.

Danno uno strattono tremendo: la carrozza si rovescia su un fianco, il finestrino si rompe e Marcel d’Amberville cade fuori, con un’ala piegata male.

Rischia di cadere a terra. Nadèje prova ad afferrarlo.
Tiro: dado chance 5, dado rischio 1.
Sì.

Lo afferra per la giacca e riesce a rallentare la caduta, poi Lachlan e Kaelan lo prendono al volo.
Cadono nella neve, infreddoliti ma illesi.

Marcel dice:

“C’è mia sorella con il cocchiere ancora dentro! Gli sportelli sono bloccati!”

Ora che il finestrino è rotto, però riescono a fare uscire anche Marine e il cocchiere, che volano fuori e abbracciano tutti, riconoscenti.

“Grazie mille, ci avete salvato!”

“Eh, ma siete stati imprudenti,” dice Nadèje.

“Sì, siamo stati dei fessi,” ammettono gli Amberville.

Restano però da salvare i coleotteri.
Chaaya sembra capirli bene – tra insetti, forse si intendono. Ghita e Tanisha li avvicinano, mentre Carlotta prova a cantare una ninnananna per calmarli.

Tiro con vantaggio:
Dado chance 6 e 2, dado rischio 2.
Sì.

I bestioni si calmano. Sono infreddoliti, ma Nadèje versa su di loro qualche goccia dell’elisir donato da Cora, e lentamente si riprendono.

Alla fine, tutti tornano insieme alla pensione di Finistrada, dove si godono un tè alle quattro muffe, corretto con liquore al miele, e qualche dolcetto alle castagne per rinfrancarsi dall’avventura nella neve.


Certo — e ottima scelta: la voce di Nadèje, con il suo tono un po’ poetico, un po’ malinconico, si presta benissimo a una pagina di diario come questa.

Ti lascio una versione in **prima persona**, delicata e romantica, fedele al suo carattere e all’atmosfera della scena:


---


*Dal diario di Nadèje Éminonu de Morangiasse


*Finistrada, sera tardi — gennaio del 104 S.P.*


Non ricordo di essere mai stata così infreddolita. Persino le dita mi facevano male, come se ogni piccolo osso avesse ancora dentro il gelo della neve. Abbiamo fatto il possibile per lavarci, con quell’acqua appena tiepida e il sapone che sapeva di radice e di fumo. L’abbiamo fatto ridendo, a turno, come due viaggiatrici che fingono di essere signore.


Ora la stanza è silenziosa, e il vento fuori geme tra le travi del tetto.

Ci siamo infilate sotto le coperte di lanuggine ruvida, che pizzicavano un po’ ma profumavano di lavanda. Carlotta tremava ancora. L’ho tirata a me, senza dire nulla. Aveva i capelli umidi, e le ciocche le cadevano sulla fronte. Le ho passato le dita piano tra i capelli, per sistemargliele, e lei ha chiuso gli occhi, smettendo di rabbrividire come se quel gesto bastasse a scaldarla.

«Sei gelata,» le ho sussurrato.

«Tu también,» mi ha risposto in dialetto di La Escalera, con quel suo mezzo sorriso un po' ironico e un po' misterioso.

Ci siamo abbracciate così, in silenzio. Non per romanticismo, né per abitudine: solo perché il corpo cerca il calore quando l’anima è stanca. Eppure, in quell’abbraccio c’era qualcosa di più — un senso di casa, di tregua.

Fuori, la neve continuava a cadere. Dentro, sentivo solo lei respirare accanto a me.

Non avrei mai pensato di poter essere felice in una squallida pensione del Giardino, dopo essermi lavata in una piccola tinozza d'acqua appena tiepida.



Commenti

Post popolari in questo blog

Vecchio Carnevale Blogghereccio: Il Rosa

 Questo mese il tema del VCB, ospitato da Geecko on the wall è : ROSA. Inteso come fiore , come colore, ecc. Per cui vi presento... Le Incredibili Lenti rosa del Sopramondo  Questo strano oggetto magico assomiglia a un paio di occhiali, con (guardate un po' che strano) le lenti rosa. Se si inforcano i detti occhiali, si vedrà tutto.. in rosa. Non nel senso che si vedrà solo il colore rosa, ma che si vedrà tutto come se fosse il migliore dei mondi possibili. Ciò significa che non si vedranno trappole e pericoli per ciò che sono, ma d'altra parte, finché si portano le lenti, nessuna vista potrà causare paura, confusione, disperazione o altre emozioni negative. Inoltre, anche persone, luoghi e situazioni appariranno sempre stupende e ottime, per cui mentre si portano le lenti sarà possibile dedicarsi con piacere anche a compiti in realtà sgradevoli, che però verranno percepiti come soavi, sempre se si riesce a dimenticare che è tutta un'illusione.. L'oggetto è palesemente...

Vecchio Carnevale Blogghereccio di novembre : le lingue.

Eccomi di ritorno al Vecchio Carnevale Blogghereccio,  dopo una lunga assenza,  dovuta più che altro alla mancanza di idee relative agli argomenti proposti. Per cui ne ho tirato fuori dal baule  uno io: le lingue, a mio parere sottoutilizzate e sottovalutate nel GDR in genere. Parliamo per comunicare i nostri bisogni,  trasmettere il sapere e soprattutto per dire un sacco di stupidaggini,  per cui sbizzarritevi, dalle torri di Babele da saccheggiare alle lingue di allineamento (magari riuscite a cavar fuori qualcosa di divertente e sensato da queste ultime! ).Per partecipare a questo mese del Vecchio Carnevale basta scrivere un qualunque post di blog a tema Lingue (interpretate il termine a vostro piacimento) e inoltrarlo al mio contatto al gruppo: t.me/vecchiocarnevaleblogghereccio Buon novembre gidierristico e linguistico a tutt3! 

Household Open Table: cronaca di una campagna riuscita

Di recente ho concluso una campagna di Household condotta con la formula "Open Table" e vorrei condividere alcune considerazioni su questa esperienza, che mi ha lasciato soddisfatto e, come spesso accade, anche un po’ malinconico per la fine del gioco. Ma più che un bilancio emotivo, questo vuole essere uno sguardo su cosa ha funzionato (e cosa forse meno) in questo tipo di struttura applicata a un gioco come Household. Perché proprio Open Table? La scelta di usare un formato *Open Table* — cioè una campagna con un gruppo di gioco non sempre fisso a ogni sessione — si è rivelata particolarmente adatta al tipo di racconto che Household permette di costruire. C’è una crescita dei personaggi, certo, ma anche un cambiamento meno prevedibile, che può comprendere elementi negativi come le cicatrici, e tutto questo avviene in modo naturale con il passare dei capitoli della Casa. In un contesto del genere, non ci sono forti discrepanze di “potere” tra i personaggi. Nessuno si stac...