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Loner Household Vol. 2 Cap VII Primavera sessione 11







Partenza per la Fontana 


La stanza è fredda dell’aria dell’alba.
La finestra lascia entrare una luce pallida, azzurrina, che non è ancora giorno ma non è più notte.

Carlotta è sveglia da un po’. Nadèje se ne accorge solo quando sente il respiro cambiare, più attento. Si gira piano, ancora mezza addormentata, e le passa un braccio intorno alla vita. Carlotta ricambia subito, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Restano così, fronte contro fronte, il letto ancora caldo.

«Non riesco a smettere di pensare a Gwen,» mormora Carlotta, a voce bassissima, come se temesse di svegliare il tempo.

Nadèje annuisce senza parlare. Le accarezza i capelli con due dita, lentamente.

«Nemmeno io.»

C’è una pausa. Fuori, da qualche parte, un uccello prova una nota sola e poi tace.

«Fa sempre quella cosa…» continua Carlotta. «Di essere forte per tutti. Spiritosa. Lucida. E intanto si porta dietro tutto da sola.»

«Lo so.»
Nadèje sospira piano. «È una di quelle persone che ti fanno credere di non aver bisogno di nulla. Ma non è vero. Ha solo imparato a non chiedere.»

Carlotta stringe un po’ di più l’abbraccio.

«Spero davvero che trovi qualcuno,» dice. «Qualcuno che la guardi come merita. Che non la faccia sentire di troppo, o in ritardo.»

Nadèje appoggia la fronte contro la sua.

«Lo merita,» risponde senza esitazione. «Una vita condivisa. Qualcuno che resti. Che scelga lei ogni giorno, senza esitazioni.»

«Non per salvarla,» aggiunge Carlotta. «Ma per camminarle accanto.»

Nadèje sorride, appena.

«Sì. Esattamente quello.»

Restano in silenzio ancora un po’. Il cielo fuori schiarisce di un altro grado, come se qualcuno avesse girato una manopola invisibile.

«Sai,» dice Nadèje infine, «qualunque cosa stia cercando… spero che questo viaggio l’aiuti. Anche se non trova subito risposte.»

Carlotta annuisce.

«A volte basta sapere che non si è sole.»

Nadèje la bacia sulla fronte.
Un gesto semplice, quotidiano. Vero.

«Vieni,» sussurra. «Tra poco dobbiamo alzarci.»

Carlotta non si muove subito. Stringe ancora un istante.

«Ancora un minuto.»

E per quel minuto, il mondo può aspettare.


Scribacchino: Verso la Fontana

Le tre ragazze partono di buon mattino, lasciandosi alle spalle Finistrada con il sole ancora basso. La strada che porta alla Fontana è larga e antica, segnata da pietre lisce e da racconti che sembrano depositati tra le fenditure come muschio.

Cercano Seamus O’Donnel, l’erudito che possiede il libro sui costumi matrimoniali dei primi Sprighi, e sanno che il tempo è una variabile importante: vogliono arrivare prima di Beltaine.

Durante una delle prime giornate di cammino, mentre il passo è ancora leggero, Gwen racconta ciò che ha scoperto alla biblioteca della Cittadella.

«Ho cercato ovunque,» dice. «Archivi antichi, testi etnografici, raccolte di usi civili… niente. Tra i Genomini le relazioni tra omini dello stesso genere non sono viste con pregiudizio, ma non sono nemmeno regolamentate. Esistono come fatto privato, non come istituzione.»

Nadèje annuisce, pensierosa.
Carlotta stringe le labbra, come se quel vuoto normativo fosse qualcosa di concreto, quasi doloroso.

Contano i giorni. Devono arrivare in tempo.

Tiro intemperie: 4, 5 e 2.
Sì, le intemperie arrivano.

Si fermano a Lone Rock per un giorno, approfittando di una pausa concessa dal cielo, e poi ripartono. Ma sulla strada per Acquisrana il tempo cambia di colpo.

Il vento si alza improvviso, forte e carico di polline. Non è una tempesta vera e propria, ma una di quelle condizioni subdole che scavano lentamente nel corpo. Le folate piegano l’erba, fischiano tra le pietre miliari, strappano parole dalla bocca.

Le ragazze cercano un riparo.

Tiro riparo: Dado Chance 3, Dado Rischio 4.
No.

Non trovano nulla di adatto. Nessuna locanda, nessuna grotta, nessun vecchio capanno abbastanza solido. Proseguono avvolte nei mantelli, gli occhi che bruciano, la gola che pizzica.

Quando finalmente il vento cala, è troppo tardi.

Quella sera tossiscono tutte e tre.
Gli occhi arrossati, il naso che cola, la testa pesante. Il polline si è infilato ovunque e il freddo ha fatto il resto.

Sono raffreddate, stanche, e sanno che questo avrà conseguenze.

👉 Le ragazze avranno svantaggio al prossimo tiro.

Nonostante questo, davanti al fuoco misero che riescono ad accendere, Nadèje alza lo sguardo.

«Non ci fermiamo,» dice.
Carlotta annuisce.
Gwen sorride debolmente.

La Fontana è ancora davanti a loro.


Campofitto

Alla fine, quando il vento ormai ha smesso di infierire, trovano riparo sotto una grande pianta di stramonio. I suoi fiori pallidi pendono come campanelle chiuse, e l’odore è forte, quasi stordente, ma sufficiente a schermarle dall’aria notturna.

Dormono male, ma dormono.

Il giorno dopo si svegliano un po’ meglio. Il raffreddore non è passato del tutto, ma la testa è più leggera e il respiro meno corto. Riprendono il cammino attraversando i prati fioriti di Campofitto, un luogo che sembra voler compensare la fatica del giorno prima.

Ovunque boccioli multicolori: gialli accesi, viola profondi, rossi come brace. Il vento, ora gentile, li fa ondeggiare come un mare basso. È una vera festa per gli occhi, e per un momento persino Gwen smette di pensare.

Poi un suono rompe l’armonia.

Uno squittio. Acuto, insistente.

Carlotta si ferma per prima.
Nadèje inclina la testa, in ascolto.
Gwen segue il suono con lo sguardo.

Proviene da una buca nel terreno, poco distante dal sentiero. Accanto al buco c’è una femmina di topo marroncina, il pelo arruffato, gli occhi neri lucidi. Si muove avanti e indietro nervosamente, emettendo piccoli versi spezzati.

Dalla buca arrivano altri squittii più deboli.

«Cuccioli,» mormora Carlotta subito.

La femmina le guarda. Non scappa. Anzi, fa un mezzo passo verso di loro, poi torna indietro, come se non sapesse cosa fare. È chiaramente preoccupata.

Il prato attorno è bellissimo… ma aperto.
E Campofitto è piena di fiori, insetti, predatori piccoli e grandi.


Timothy

Carlotta si accovaccia lentamente, senza fare movimenti bruschi. Il raffreddore le pizzica ancora il naso, ma la voce resta morbida.

La topina marroncina è tesa, pronta a scattare… ma non scappa.

Tiro per calmare la topina – con svantaggio:
dadi chance 6
dadi rischio 3 e 1
Sì.

La topina smette di squittire freneticamente. Annusa l’aria, poi Carlotta. I baffi vibrano. Il corpo si rilassa di un soffio, quanto basta.

Carlotta capisce.

«Vuole aiuto,» dice piano alle altre. «I piccoli sono caduti giù.»

Gwen annuisce subito. Lei e Carlotta si mettono al lavoro, raccogliendo fibre d’erba, intrecciandole con dita esperte per allungare la corda che già hanno. Le mani sanno cosa fare, anche se il corpo è ancora stanco.

Nadèje intanto resta in piedi, la lancetta pronta, gli occhi che scrutano il prato tutt’intorno. Campofitto è bellissima, ma non ingenua.

Quando la fune è pronta, Nadèje spicca il volo e scende lentamente nel buco. La luce si attenua, l’aria è umida. Sotto, piccoli corpi tremanti.

Uno alla volta, con estrema cura, imbraga i topini.

Tiro per il salvataggio:
Dado chance 5
Dado rischio 1
Sì.

Il primo topino viene tirato su. Poi il secondo. Il terzo. Tutti.

La mamma-topo emette un verso breve e acuto, poi corre avanti e indietro, annusandoli, toccandoli col muso. È chiaramente felice.

Si avvicina alle ragazze, le annusa una per una, come se stesse memorizzando il loro odore. Poi, con i piccoli che la seguono, si allontana tra i fiori.

Tutti… tranne uno.

Un topino resta indietro.
Si ferma vicino allo stivale di Gwen. Le annusa la mano. Poi, deciso, ci sale sopra.

Gwen ride, sorpresa.

«Oh. Ehi.»

Il topino le si arrampica sulla manica e si sistema sulla spalla, come se fosse il posto più naturale del mondo.

La mamma lo richiama con uno squittio breve.
Il piccolo la guarda. Poi guarda Gwen. Rimane.

Gwen sospira, arrendendosi.

«Va bene…» dice. «A quanto pare ho un seguito.»

Carlotta sorride.
Nadèje inclina la testa, divertita.

«Come lo chiami?» chiede.

Gwen ci pensa un attimo.

«Timothy.»

Il topino squittisce piano, come in risposta.

E così, tra i prati fioriti di Campofitto, Gwen la Boggart acquista un nuovo compagno di viaggio.

Verso Acquisrana

Gwen ormai si è affezionata apertamente a Timothy.
Il topino mangia dalle sue mani, le si infila nella manica quando fa freddo e la segue ovunque, senza mai allontanarsi troppo. Gwen parla con lui a bassa voce come se fosse la cosa più naturale del mondo, e Timothy sembra capire più di quanto dovrebbe.

Avvicinandosi ad Acquisrana, il paesaggio cambia di nuovo.

Sotto il bordo della Fontana si estende una vera e propria giungla di erbe allagate: canne alte più di una persona, acqua bassa ma torbida, radici nascoste e pozze profonde. L’aria è umida, piena di ronzìi e… gracidii.

Molte rane selvagge abitano questo luogo. Alcune sono innocue.
Altre decisamente no.

È un posto dove è facile:

  • perdersi,

  • finire in una pozza più profonda del previsto,

  • attirare attenzioni indesiderate


La giungla allagata della Fontana

Tiro per evitare imprevisti:
Dado Chance 5
Dado Rischio 6
Sì, e…

Le ragazze avanzano con cautela nella giungla di erbe allagate sotto il bordo della Fontana. L’acqua arriva alle caviglie, a tratti alle ginocchia, e nasconde radici viscide e piccoli canali improvvisi. Le rane selvagge osservano dai fusti delle canne, gli occhi lucidi come perle scure, ma nessuna si avvicina troppo.

Timothy è stranamente vigile.
Non si allontana mai dalla spalla di Gwen e, più di una volta, squittisce piano facendole deviare il passo appena prima di una buca più profonda o di un groviglio di erbe taglienti.

Così, evitano ogni vero imprevisto.

E non solo.

Il vento si placa. Le rane smettono di gracchiare tutte insieme, come se qualcuno avesse dato un segnale invisibile. L’acqua diventa più chiara e, tra le canne, si apre un passaggio naturale, una sorta di corridoio formato da erbe piegate e radici intrecciate.

Seguendolo, arrivano a un punto rialzato, una lingua di terra asciutta da cui si vede finalmente la Fontana.

Un mare d’acqua dolce si estende davanti a loro, immenso, luminoso. Piccole navi a fondo piatto lo solcano lente, e qua e là si vedono rane giganti che saltano tra le onde basse come creature mitiche. Il cielo si riflette nell’acqua, e l’acqua sembra riflettere qualcosa di più antico del cielo stesso.



Alla fine le tre ragazze arrivano sotto il bordo della fontana, sotto la città di Acquisrana, e risalgono fino al margine tramite scale costruite con legno e frammenti del bordo stesso della fontana, spezzati a suo tempo durante la battaglia di Acquapenna dal Dragone Bianco. Giunte in cima, si ritrovano a percorrere una serie di scalette che si snodano attraverso la città, la quale, essendo ricavata in una grande frattura del bordo della fontana, si estende dal margine fino giù all’acqua.

Nel frattempo cercano un albergo o una pensione economica, più o meno a metà del percorso. Passano davanti alla caserma del grande esercito imperiale e anche sotto il palazzo vicino all’acqua di Jack il Re delle Rane; cercano di starne un po’ lontani, perché non si fidano molto di questo misterioso personaggio. Una volta trovata una pensione, decidono di fermarsi, darsi una ripulita e una sistemata, e pianificano di andare a chiedere informazioni su O'Donnell.

L’albergatore, un Ondino anzianotto, sa qualcosa di O’Donnell. Sì, ma O’Donnell ha qualche problema.

L’albergatore, un tale Liam, racconta che Seamus O’Donnell ha grossi debiti: voleva avviare un’impresa commerciale di raccolta dei pinoli nella Valfronda, ma a causa degli scoiattoli, che interferivano mangiandosi tutti i pinoli, l’impresa è andata malissimo. Per questo ora ha accumulato debiti considerevoli. Dice loro di affrettarsi a cercarlo, perché potrebbe lasciare la città e la fontana da un momento all’altro.

Allora le ragazze pensano che a questo punto sarebbe il caso di controllare i moli, perché probabilmente vorrà partire da lì.

Oppure, dice Carlotta, non è che vuole andare per la via da cui siamo venute noi, che magari è meno controllata?

Cosa decideranno le ragazze? Tiriamo un Dado: Uno, due, tre, moli.

Quattro, cinque, sei, discesa per le scale e giro largo per il giardino. Tre, i moli.

Alla fine concordano che prendere una nave per andare a Port Loyal sembra la scelta migliore, perché apre più possibilità su dove dirigersi.

Intanto valutano anche l’idea di tornare in Casa asa, oppure di avvicinarsi al giardino sul retro, dove è difficile che qualcuno venga trovato.

Lo troveranno lì, tiro con vantaggio perché effettivamente è la direzione più probabile. Dadi chance 1 e 6, dado rischio 3. Sì, lo trovano.

Vedono un Ondino di mezza età, dalla carnagione blu scura, con capelli e barba nero-bluastri; la barba è lunga e screziata di grigio-argento. Sta facendo caricare su una nave delle valigie e un sacco pieno di libri. Le ragazze si avvicinano e lo salutano. Gli chiedono se è il professore O’Donnell, e lui risponde di sì.

«Ma perché cercate il professore O’Donnell?»
E loro rispondono: «No, stia tranquillo, non siamo qui per ragioni economiche, ma solo per i suoi studi, per il libro sui costumi matrimoniali dei primi Sprighi.»

Lui apparentemente si rasserenna un po’, ma… ci crederà? Vediamo:  Nadèje ci sa fare con la gente, quindi tira con vantaggio. Se riescono a conquistare la sua fiducia… poi sono tre belle ragazze. Beh, vediamo.

Allora, Dadi Chance 1 e 4, Dado Rischio 5.
No, lui non si fida. Dice: «Ah, vi ha mandato Re Jack, siete belle fanciulle della sua corte. Tu», indicando Nadèje, «sei proprio la tipica fata di Re Jack. Ma non mi avrete mai!»

Lui lancia una valigia addosso alle ragazze e… cosa fa? Si getta in acqua e inizia a nuotare verso l’altra sponda. Nuota piuttosto bene, non per niente galleggia con facilità. Afferra una rana che era lì vicino, le salta in groppa e cerca di cavalcarla per fuggire. Le ragazze ci rimangono male.

A questo punto potrebbero anche accontentarsi di lasciarlo fuggire e frugare tra i libri. Però Nadèje nota che lui porta a tracolla una sacca che evidentemente contiene libri e altri oggetti personali. Potrebbe esserci lì il libro che cercano?

Arriva di corsa una squadra di quattro gendarmi che fischia. Nadèje decide di tentare di acchiapparlo. Ora tira normale, perché lui si dimena e sarà anche un po’ difficile da governare. Nadèje vola. La situazione è di relativa parità. Riuscirà ad acchiapparlo? Dado chance 1, dado rischio 3.

No. O’Donnell salta via in groppa alla rana,  sparisce un po’ sott’acqua poi riemerge lontano. Nadèje lo segue in volo, ma arriva una ventata: è Primavera, c’è vento, e questo le crea problemi di stabilità. Così torna al molo.

Arrivano i gendarmi, chiedono cosa sia successo e se quello che è sparito fosse O’Donnell. Le ragazze confermano che sì, è lui quello che è scappato, e spiegano che stavano cercando informazioni su un libro in suo possesso.

I gendarmi dicono che O’Donnell aveva chiesto dei soldi in prestito a Jack, il re delle rane, e non li ha mai restituiti. Ora ci sono anche gli interessi, e lui stava appunto cercando di fuggire. Spiegano quindi di essere costretti a pignorare tutti i suoi averi rimasti lì.

Ma a questo punto Gwen e Carlotta potrebbero aver già iniziato a frugare tra i libri: riusciranno a trovare qualcosa?

C’è da dire che Gwen ha fatto anche la libraia e la bibliotecaria, quindi potrebbe tirare con vantaggio. Ha inoltre l’aiuto di Carlotta, che è una ragazza sveglia. Vediamo. Riusciranno a trovare il libro, ad acchiapparlo? Dado chance 3, 4, dado rischio 5.

No. I gendarmi prendono tutto prima di loro e si dirigono verso il palazzo di Re Jack.

A questo punto, anche se avrebbero preferito evitare, le ragazze decidono di chiedere udienza a Re Jack e si recano al suo palazzo.

Risalgono leggermente dai moli e arrivano a questo grande palazzo a cupola, costruito proprio nel cuore della spaccatura che il grande cigno, chiamato il Dragone Bianco, creò fuggendo dalla battaglia di Acquapenna con una zampata.

Al palazzo vengono ricevute da una schiera di maggiordomi.

Chiedono udienza.

Riusciranno a farsi ricevere?

Tirano con vantaggio perché sono carine.

Dado chance 3 e 2, dado rischio 5.

No, vengono mandate via. Il re non vuole essere disturbato.

A questo punto le ragazze iniziano a porsi delle domande e dicono: «Ma è davvero così importante avere anche le testimonianze dei matrimoni degli sprighi, quando abbiamo già quelle degli Sluagh? Noi ci siamo già sposate; altre persone potranno cercare questo riconoscimento al posto nostro. Delle testimonianze ne abbiamo già trovate e le renderemo pubbliche. Non possiamo passare la vita a rincorrere queste cose.»

Inoltre c'è anche quella sorta di profezia riguardo Signora delle Tempeste: magari cerchiamo di trovare qualche informazione in più su quella. 

Carlotta propone di prendersi qualche giorno di vacanza lì alla Fontana "È primavera, ci sono belle giornate, c’è vento; magari facciamoci un giro in barca sull’acqua della fontana, sembra davvero molto bello. Ci sono anche delle casette costruite sulle ninfee al centro della fontana, sotto le tre vasche pensili: una gita lì sarebbe splendida."

Nadèje e Gwen concordano, dicendo che sentono davvero il bisogno di alcuni giorni di vacanza e relax prima di decidere cosa fare, magari tornare a casa per cercare di avvisare la Zarina riguardo alla Signora delle Tempeste.

---


**Scribacchino: La goletta dei pirati**


La barca su cui viaggiano scivola sull’acqua della Fontana con lentezza placida, quando l’ombra arriva da sinistra.


Una goletta nera, veloce come una lama, si affianca quasi senza rumore. Le vele sono rattoppate, ma tese con perizia. L’abbordaggio è immediato.


Saltano a bordo in due.


Il primo è un Soladino, stranamente alto per la sua specie. Ha una bandana porpora calcata sulla testa, capelli e barba rossi e due occhi violetti che colpiscono Nadèje come un ricordo a metà, qualcosa che sfugge alla memoria per un soffio. È armato di pistola** e di una spinitarra, una sciabola ricavata da una lunga spina di rosa, ancora segnata da nodi e imperfezioni naturali.


Accanto a lui atterra una ragazza boggart, dalla carnagione molto scura, i capelli lunghi e neri sciolti sulle spalle. Indossa una giacca militare verde rame, chiaramente di recupero, rappezzata più volte ma tenuta con cura.


Le armi sono già puntate.


«Signore e signori,» dice il soldatino con un tono quasi educato, «siamo spiacenti di dovervi abbordare.

Consegnateci tutto ciò che avete di prezioso.»


Nadèje non risponde.


Sfodera la **lancetta** in un lampo e si lancia in avanti, cercando di **disarmare il soldatino**.

Gwen estrae la pistola nello stesso istante, fredda e precisa.

Carlotta, senza pensarci un secondo, scaglia la borsa contro la boggart, puntando a sbilanciarla più che a colpirla.


**Tiro con vantaggio (c’è Nadèje):**

*dadi chance 2 e 6*

*dado rischio 3*

**Sì.**


L’azione riesce.


Il Soladino perde l’equilibrio quando la lancetta devia la sua spinitarra; Gwen lo costringe a indietreggiare con la pistola puntata; la boggart inciampa sotto il peso improvviso della borsa.


Entrambi cascano all’indietro, rovinando sul ponte della goletta pirata, tra imprecazioni e colpi sordi.


Per un istante, sembra finita.


Ma la Fontana non ama gli istanti di quiete rubata.


**Tiro per evitare ulteriori problemi: Li eviteranno?**

*dado chance 2*

*dado rischio 4*

**No.**


L’acqua sotto di loro **si increspa**.


Un’ombra enorme passa sotto lo scafo.


Poi — **CRACK**.


Un **colpo tremendo** scuote la barca. Il legno geme, si spezza. Un secondo colpo apre una falla larga quanto una porta. L’acqua entra a fiotti.


«Pesce!» urla qualcuno.


Non un pesce qualsiasi.

Qualcosa di enorme, antico, affamato.


La barca delle ragazze comincia ad affondare.


Non c’è tempo per discutere, né per ringraziare la fortuna appena avuta.


L’unica scelta possibile è evidente.


Saltare verso la **goletta pirata**.


Con l’acqua che sale, il legno che cede e la Fontana che ribolle sotto di loro, le ragazze si lanciano, lasciandosi alle spalle lo scafo morente… e atterrando sul ponte dei pirati.


La storia ha appena cambiato nave.


---


Il Soladino sbianca.

Per la prima volta perde del tutto quel tono educato e ironico.


«È il **vecchio Flint**!» grida. «Scappiamo!»


Non aspetta ordini. Si lancia al timone con un’agilità sorprendente. La boggart scatta alle vele, sciogliendo nodi e tirando cime con forza esperta.


Nel caos, anche l’equipaggio della barca delle ragazze non ha scelta: saltano a bordo della goletta uno dopo l’altro, mentre dietro di loro lo scafo ferito viene trascinato verso il basso.


L’acqua **ribolle**.


Il vecchio Flint **emerge**.


Un’enorme massa di squame pallide e cicatrici antiche rompe la superficie, la bocca spalancata come una grotta. L’impatto del suo salto solleva un’onda gigantesca che si abbatte sulla goletta.


Il ponte si inclina.

Le corde schioccano.

Timothy si aggrappa disperato alla giacca di Gwen.


**Tiro per la fuga – con vantaggio:**

*dadi chance 2 e 6*

*dado rischio 3*

**Sì.**


La **goletta pirata è rapida**.


Il timone risponde, le vele si tendono al vento giusto, lo scafo taglia l’onda invece di subirla. L’acqua frusta il ponte ma non lo sommerge.


Dietro di loro, il vecchio Flint ricade nella Fontana con un boato sordo. L’acqua si richiude sopra la sua schiena enorme, lasciando solo vortici e schiuma.


La distanza aumenta.


Sempre di più.


Alla fine, la superficie torna calma, come se nulla fosse accaduto.


Sulla goletta resta solo il rumore del vento tra le corde e il respiro affannato di chi è scampato per un soffio alla morte.


Il soldatino lascia il timone solo quando è certo di essere fuori pericolo. Si passa una mano sulla barba rossa, poi guarda le ragazze, e accenna un mezzo sorriso.


«Beh,» dice, «direi che ora siamo… tutti sulla stessa barca.»


E Nadèje, guardando di nuovo quegli occhi violetti, sente che quel volto **lo conosce**.

Non sa ancora come.

Ma lo scoprirà presto.


--

Bellissima rivelazione. La metto in scena con respiro, lasciando che il riconoscimento arrivi piano e faccia clic nel momento giusto.


Scribacchino: Il nome e gli occhi

Il soldatino si schiarisce la voce, rimettendosi la cappellina a posto con un gesto studiato. Fa un mezzo inchino, più teatrale che formale.

«Mi presento,» dice, «Rubio Adhair.
O meglio… capitano Rubio Adhair.»

Poi fa un passo di lato e accenna con la mano alla boggart dai capelli neri, che nel frattempo ha smesso di puntare l’arma e osserva le ragazze con un mezzo sorriso curioso.

«L’affascinante signorina invece è Sienna Blackwell

Sienna inclina appena il capo, gli occhi scuri che brillano. Quando sorride — e lo fa apposta — è difficile non ricambiare.

Rubio si guarda intorno. Conta mentalmente. Capisce subito di essere in inferiorità numerica. Alza entrambe le mani, in un gesto di resa elegante.

«Direi che, visto che vi abbiamo prima abbordato…»
fa una pausa, poi sorride storto
«…e subito dopo salvato dal pesce, siamo pari.»

Fa un passo indietro, lasciando spazio.

«Vi lasceremo a Capobordo

Nadèje stringe leggermente la mascella. Non è convinta. C’è qualcosa che non torna mai del tutto quando si tratta di pirati.

Ma Carlotta incrocia lo sguardo di Sienna — che fa quegli occhi dolci, apertamente, senza vergogna — e Gwen sospira piano.

Alla fine, acconsentono.

Proprio mentre la tensione si scioglie, qualcosa scatta nella mente di Nadèje.

Quegli occhi violetti.
Li ha già visti.

Il ricordo arriva nitido.

«Aspettate,» dice, fissando Rubio. «Voi… avete gli stessi occhi di Siobhan Adhair

Rubio si irrigidisce appena.

Nadèje fa un mezzo sorriso, sincero.

«L’artista. La campionessa di scherma. L’ho sempre ammirata.»
Poi inclina la testa. «Avete lo stesso cognome. Siete parenti?»

Rubio si gratta la barba rossa, visibilmente a disagio.

«Ehm…»
esita, poi sospira
«Fratello e sorella, direi.»

Le spalle gli si abbassano di un soffio.

«Stesso padre. Madri diverse.»

Si ferma un istante, lo sguardo che si perde oltre il bordo della nave, verso la distesa d’acqua della Fontana.

«Ma non la vedo da circa vent’anni. Dai tempi dell’orfanotrofio di Vascherdam

Il nome della città cade sul ponte come un sasso in acqua.

Silenzio.

Il vento gonfia le vele, la goletta continua la sua rotta verso Capobordo…
e improvvisamente il mondo sembra un po’ più intrecciato di quanto dovrebbe.



Le ragazze si spostano verso poppa, dove le casse e le gomene creano un po’ di riparo. La goletta fila veloce sull’acqua, e il resto dell’equipaggio è occupato a rimettere ordine dopo la fuga.


Nadèje parla per prima, a voce bassa.


«Teniamo gli occhi aperti.»


Carlotta annuisce subito.

«Sì. Non mi fido del tutto.»


Gwen appoggia i gomiti al parapetto e guarda l’acqua per un istante, poi sospira.


«Detto questo…» dice, con un mezzo sorriso colpevole, «Rubio e Sienna sono piuttosto attraenti.»


Carlotta alza un sopracciglio.

Nadèje scuote la testa, ma senza vera severità.


«Gwen.»


«Lo so, lo so,» risponde lei subito. «Pirateschi, poco affidabili, potenzialmente pericolosi.»


Fa una pausa.

«Ma anche…»

abbassa la voce

«…non sembrano esattamente dei maestri del terrore.»


Carlotta sorride appena.


«No. Più che feroci, mi sembrano… improvvisati.»


«E questo è quasi più preoccupante,» conclude Nadèje. «Chi è davvero pericoloso di solito sa cosa sta facendo.»


Restano in silenzio per un momento, osservando Rubio che discute animatamente con un marinaio e Sienna che ride mentre sistema una vela strappata.


«Comunque,» dice Nadèje infine, «finché siamo sulla loro nave, niente distrazioni. Niente confidenze inutili.»


Gwen annuisce, più seria.


«Tranquilla. Occhi aperti.»


Carlotta stringe loro le mani, una alla volta.


«Andrà bene,» dice piano. «Ma restiamo unite.»


La goletta prosegue verso Capobordo, e il vento porta via le ultime parole — ma non l’attenzione.

Perfetto. Metto tutto in **scena narrativa Scribacchino**, rispettando **tutti i tiri, i risultati e le conseguenze**, senza correggere nulla.


---


*** Ottone e vento


La goletta pirata rallenta improvvisamente.


Rubio alza una mano.

Sienna stringe gli occhi.


Davanti a loro, tra banchi di nebbia bassa e acqua calma, si svolge una scena che **non dovrebbe esistere**.


Due navi affiancate.

Su una, contrabbandieri Sluagh: casse aperte, armi smontate, sacchi di munizioni, tubi e componenti chiaramente destinati alla costruzione di cannoni — materiale esplicitamente proibito dal Trattato di Astravya.

Sull’altra… soldati della marina del Reame.


Non stanno arrestando nessuno.

Stanno **trattando**.


Carlotta sente lo stomaco chiudersi.

Nadèje impallidisce.


«Perché dei marinai imperiali dovrebbero comprare armi di contrabbando?» mormora Gwen.


Non c’è tempo per rispondere.


Qualcuno li vede.


Le navi si separano di colpo. I marinai virano verso la goletta, armi in mano. Non per negoziare.


«Ci hanno scambiati per testimoni scomodi,» ringhia Sienna.


Rubio sorride storto, estraendo la spinitarra.

Nadèje sfodera la lancetta.


«Allora,» dice, «balliamo.»


I marinai salgono a bordo con le mezzeforbici di ottone, armi da abbordaggio brutali e precise.


Tiro di combattimento – con vantaggio (Nadèje e Rubio):

*dadi chance 1 e 2*

*dado rischio 2*

**Sì, ma…**


Il combattimento è feroce.


Le lame si incrociano, l’ottone stride contro l’acciaio. Nadèje è rapida, elegante, letale nei movimenti. Rubio combatte con abilità sorprendente, parando e affondando colpi con la spinitarra… finché—


**CRACK.**


La spinitarra si spezza, la spina di rosa non regge l’urto di una mezzeforbice.


Rubio impreca, arretra di un passo, ma non cede.


Nadèje copre la sua posizione, disarma un marinaio, ne manda un altro al tappeto. Gwen e Carlotta tengono lontani gli altri, coordinandosi con Sienna e l’equipaggio.


Alla fine, i marinai sono sopraffatti.


Legati. Disarmati. Prigionieri.


Il ponte è un disastro di corde, sangue e ottone ammaccato.


Ma i **contrabbandieri Sluagh** non sono rimasti a guardare.


La loro nave vira, le vele si gonfiano.


Rubio si precipita al parapetto.


«Prendiamoli!» grida.


**Tiro per catturare i contrabbandieri:**

*dado chance 3*

*dado rischio 5*

**No.**


Il vento primaverile li favorisce. La nave Sluagh scivola via veloce, quasi leggera sull’acqua, e in pochi istanti è già lontana, inghiottita dalla foschia.


Restano solo le casse vuote…

e i marinai del Reame prigionieri, colti con le mani nel traffico di armi proibite.


Il silenzio che segue è pesante.


Carlotta guarda Nadèje.

Gwen stringe Timothy al petto.

Sienna fissa l’orizzonte, cupa.


Rubio osserva la spinitarra spezzata, poi alza lo sguardo.


«Qualcosa di grosso si muove,» dice piano. «E non mi piace per niente.»


E nessuna delle ragazze può dargli torto.


---

**Confessioni sul ponte**


I marinai sono legati all’albero maestro.


L’aria odora ancora di salsedine e polvere da sparo. Il mare sotto la chiglia è tornato calmo, come se nulla fosse accaduto, ma sul ponte nessuno si rilassa davvero.


Nadèje si ferma davanti a loro. Non urla. Non minaccia.

Li guarda e basta.


È quasi peggio.


Rubio incrocia le braccia. Sienna si appoggia al parapetto, silenziosa. Gwen tiene Timothy sulla spalla; il topo osserva i prigionieri con occhi neri e curiosi. Carlotta resta accanto a Nadèje, presenza ferma, rassicurante.


«Parlerete?» chiede Nadèje.


---


**Interrogatorio – con vantaggio*

I marinai parlano?

*dadi chance 6 e 5*

*dado rischio 5*

**Sì, e…**


Il primo marinaio abbassa lo sguardo.

Il secondo sospira.

Il terzo scoppia quasi a piangere.


«Va bene!» sbotta. «Va bene, diciamo tutto!»


Non c’è eroismo. Non c’è lealtà.

Solo paura.


«È… è un ordine dall’alto. Dall’ammiraglio Chevalier.»


Quel nome cade sul ponte come un peso.


«Le armi servivano a costruire cannoni leggeri. Non registrati. Non tracciabili.»

«Per colpire le navi pirata. Tutte.»

«Nessun processo. Nessuna distinzione. Solo… ripulire la Fontana.»


Carlotta stringe i pugni.

Gwen sussurra: «Una caccia.»


Il marinaio annuisce.


«L’ammiraglio li odia.»


Nadèje inclina la testa. «Perché?.»


C’è un attimo di silenzio. Poi uno di loro parla, a voce più bassa.


«Per suo figlio.»


Rubio si irrigidisce.


«Cédric Chevalier,» continua il marinaio. «È… è scappato. Tempo fa. Con un giovane pirata Ondino.»


Sienna trattiene il respiro.


«L’ammiraglio l’ha preso come un affronto personale. Un disonore. Dice che i pirati gli hanno rubato il figlio.»

«Da allora vuole spazzarli via tutti.»

«Non è una missione militare. È una vendetta.»


Silenzio.


Il vento fa sbattere leggermente una vela.


Rubio passa una mano tra i capelli rossi. «Quindi stavate armando illegalmente la marina… per una guerra privata.»


Il marinaio annuisce, sconfitto.


«Sì.»


Gwen sente un brivido lungo la schiena. Timothy le si infila nella sciarpa, come se avvertisse la tensione.


Nadèje chiude gli occhi per un istante. Poi li riapre.


«Grazie,» dice. «Avete appena confessato un grave crimine, .ma l'ammiraglio è più colpevole di voi»


Sienna sorride senza allegria.

Rubio guarda l’orizzonte, pensieroso.


Ora sanno la verità.


E quella verità è molto più grande di loro.


---


Rubio osserva i marinai legati, poi il mare, poi di nuovo loro.

«Non possiamo portarli con noi. Né consegnarli a Capobordo senza attirare attenzioni. Meglio lasciarli sulla loro nave.»


Spiega il piano con calma: corde ben strette, ma parzialmente tagliate. Abbastanza perché possano liberarsi… più tardi. Quando la goletta sarà ormai lontana.


Le ragazze si guardano.

Capiscono subito il prezzo di quella scelta.


Significa andarsene in fretta dalla Fontana.

Rinunciare al libro di Seamus O’Donnell.

Lasciare incompiuta una ricerca che per loro contava molto.


Si consultano sottovoce.


**Decisione del gruppo: vorranno andarsene?**

*Dado Chance 5, Dado Rischio 2*

**Sì: decidono di fare così.**


Con mani rapide e gesti precisi, i marinai vengono lasciati sulla loro nave, ancora scossi, mentre la goletta pirata si allontana. Il mare sembra calmo. Forse troppo.


---


**Riusciranno a evitare ulteriori imprevisti?**

*Dado Chance 1, Dado Rischio 2*

**NO, ma… succederà qualcosa che darà loro una mano**


All’orizzonte compare una nave della marina.


Vele bianche. Linee rigide.

Non c’è dubbio: li hanno visti. Li vogliono catturare.


La tensione sale di colpo. Gwen stringe Timothy contro il petto. Carlotta sente il cuore martellare. Nadèje afferra la lancetta.


Ma in quel momento—


Un’ombra enorme rompe la superficie dell’acqua.


**Il Vecchio Flint.**


Il colossale pesce salta tra le due navi con un fragore assordante. L’onda solleva la goletta e la nave militare come fossero giocattoli. Il bompresso della nave della marina si spezza con un crack secco.


«Adesso!» grida Rubio.


---


**Riusciranno a fuggire dal Vecchio Flint?**

*Dado Chance 6, Dado Rischio 2*

**Sì.**


A vele spiegate, sospinti dal vento primaverile, scivolano via mentre il mostro ricade in acqua con un boato. La nave militare resta indietro, danneggiata e nel caos.


Ancora una volta, sono salvi.


---


A Capobordo, lo sbarco è rapido, quasi furtivo.

Non c’è tempo per saluti lunghi.


Molti dei bagagli devono essere lasciati ad Acquisrana. È un sacrificio amaro, ma necessario. L’ombra dell’ammiraglio Chevalier incombe troppo grande.


Ripartono immediatamente verso Lone Rock, e poi oltre.

La strada ora porta verso la Casa.


---


**Imprevisti o intemperie lungo la strada?**

*Dado Chance 2, Dado Rischio 1*

**Sì, ma…**


Non è una tempesta.

È qualcosa di più strano.


Si imbattono in un cespuglio rigoglioso, tra i cui rami pende un grande alveare. Le api ronzano furiose, difendendo il nido. Attorno, cacciatori Barghest e Genomini sparano, cercando di scacciare gli insetti per rubare il miele.


Le ragazze non esitano nemmeno un secondo.


Si guardano.

Annuiscono.


Aiuteranno le api.


---


Riusciranno a mettere in fuga i cacciatori? – con vantaggio**

*Dadi Chance 6 e 1, Dado Rischio 5*

**Sì, e…**


L’azione è rapida, quasi coreografica.


Nadèje disarma due cacciatori con movimenti precisi.

Gwen punta la pistola contro un altro, lo sguardo fermo. Quello,che stava cominciando a ricaricare, ci ripensa e scappa.

Carlotta colpisce il terzo con una secca ombrellata in testa.

E Timothy—coraggioso e feroce—morde lo stinco dell’ultima, che urla e fugge.


I cacciatori scappano nel sottobosco, lasciando dietro di sé solo rabbia e vergogna.


Le api tornano all’alveare. Il ronzio si fa più calmo, ma una torna indietro. Sfiora delicatamente le fronti delle ragazze con una zampa, lasciando una lieve traccia di polline, più vola via.


Gwen sorride, accarezzando Timothy.

«Bravo.»


---


Rimaste di nuovo sole sulla strada, le ragazze riprendono il cammino.


Sono stanche.

Hanno perso qualcosa

.

Ma hanno anche guadagnato alleati, verità scomode… e una direzione chiara.


Ora viaggiano verso la Casa.


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